Come mai avete troppo appetito? Perché in quelle domeniche trascorse a casa per godersi il meritato riposo, generalmente mangiate di più rispetto agli altri giorni? Perché passeggiando per il centro di pomeriggio quella voglia di gelato o di uno snack dolce poche ore dopo il pranzo? Perché guardando la televisione la sera, anche tardi, avete bisogno di quello stuzzichino sfizioso anche se avete cenato un’ora prima?

La risposta è semplice: perché siete Umani.
E con questo non intendo nel senso spirituale che cadete in tentazione, bensì in quello strettamente biologico di come siamo fatti e di come lavora quella macchina perfetta che è il nostro corpo. Ci sono dei fattori infatti che sono scritti nel nostro DNA e che ormai ci passiamo di generazione in generazione: come ci riproduciamo, come dobbiamo crescere, quali sono gli istinti di sopravvivenza, quelli sociali, etc.

Uno di questi fattori genetici ereditari della nostra specie Homo Sapiens e che ci trasciniamo dietro da oltre centomila anni – e le brutte abitudini, come sapete, sono lunghe a morire… – è che per costituzione, per struttura morfologica e per conformazione bio-fisica, la nostra specie è stata progettata partendo dal principio che il cibo non sarebbe stato disponibile tutti i giorni. Quindi, come le tigri e i leoni, gli orsi e le foche, il nostro corpo ha in dotazione di serie un meccanismo che ci ha permesso (sin dai tempi della preistoria) di arrivare al giorno dopo anche nel malaugurato caso che la caccia andasse male e che quindi un paio di pasti, per necessità non per virtù, saltassero.
Questo meccanismo si chiama: grasso. Il tanto (oggi) odiato grasso è stato un fattore fondamentale nella sopravvivenza della nostra specie e senza questo meccanismo probabilmente adesso non saremmo qui a raccontarcelo. Ma il nostro cervello è ancora oggi pre-impostato, perché è scritto nel nostro DNA, a comportarsi come quando abitavamo nelle caverne, seguendo una semplice regola: quando hai occasione di mangiare, mangia. Usiamo quello che ci serve e se ne avanza lo trasformiamo in grasso e lo teniamo come riserva per quando non avrai da mangiare.

Una regola semplice, come tutte le regole in Natura, facile da implementare e scolpita nel nostro bio-sistema: lo stimolo della fame/appetito, la digestione, la trasformazione in grasso dell’eccesso che poi viene bruciato in un secondo momento.

Ma i tempi cambiano e le regole vanno aggiornate – cosa che anche i nostri amati politici fanno fatica a capire… Nella società moderna occidentale il cibo è ampiamente (e sottolineo, ampiamente) disponibile e il fabbisogno energetico ordinario, al netto quindi dello sforzo sportivo che facciamo appunto per bruciare l’eccesso, si è ampiamente (e ri-sottolineo ampiamente) ridotto. Quindi mangiamo molto di più di quanto è necessario per il fabbisogno quotidiano energetico soprattutto alla luce dello stile di vita sedentario che facciamo – sedentario in confronto ai nostri antenati che dovevano correre dietro alle bestie da cacciare o lavorare i campi per coltivare il cibo da consumare.

Ecco perché è normale che quando vediamo del cibo ci venga fame: lo stimolo visivo è uno dei fattori predominanti nel nostro cervello e perciò ogni qualvolta lo sguardo incrocia del cibo scatta la regola preistorica del Puoi Mangiare = Mangia.
Quindi, care amiche e cari amici, per mangiare meno basta… chiudere gli occhi (metaforicamente): togliete il cibo dalla vostra vista quotidiana, leggete un libro o guardate un film invece che la TV con tutti gli spot di biscotti, pastasciutte e colazioni e il vostro (falso) appetito come d’incanto scomparirà. :-)

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